Eugenio Finardi

Scimmia

Eugenio Finardi

album:

Diesel (1977)

Scimmia testo

SCIMMIA

Il primo buco l’ho fatto una sera
A casa di un amico, così per provare
E mi ricordo che avevo un po’ di paura
C’è molta violenza in un ago nelle vene

Ma in un attimo, una fitta di dolore
Un secondo ad aspettare
Poi un’onda dolce di calore
Quasi come nell’amore

E poi mi son lasciato andare
Completamente rilassato
In un benessere artificiale
Come mai avevo provato

Ma poi a casa me lo son giurato
Che io no, non ci sarei cascato
“Io la imparerò ad usare
Mi saprò gestire, non mi farò fregare”

Ma ci continuavo a pensare
Non mi usciva dalla mente
E man mano che passava il tempo
Diventava la cosa più importante

“E poi non me ne frega niente
Di quello che dice la gente
Tanto siamo tutti assuefatti e di cosa
Non importa niente”

E continuavo ad aumentare
Mi facevo quasi tutte le sere
E appena fatto mi scoprivo a temere
Di non riuscirne più a trovare

E poi ore, ore ore
Fuori da una farmacia ad aspettare
E ‘sto stronzo del dottore
Non me la vuole dare

Ma a lui che cazzo gliene frega
Ah, ma un giorno me la paga
Un giorno passo con un sasso
E gli faccio la vetrina nuova

…E dai, prestami una fiala
È da sei ore che mi sbatto
Se non mi faccio uno stenolo
Stasera lo sai, divento matto

Poi per due anni non ho quasi fatto altro
Non ho suonato, non ho fatto l’amore
Tiravo il tempo da un buco all’altro
In giro a sbattermi o in casa a dormire

Ma una mattina mi son chiesto:
“Come andrà a finire?
Andare avanti, finire in galera
Magari anche morire

E poi così non può durare
Sta diventando quasi come un lavoro
Otto ore in giro a sbattermi
Ma oramai sballo poco anche con l'”ero”

E poi sto perdendo tempo
E sprecando quello che ho dentro
Io così non sto crescendo
Mi brucio, ma mi sto spegnendo

E smettere non è poi così difficile
Non fa neanche tanto male
Basta un po’ di cura e di comprensione
Magari un po’ di metadone

E fuori c’è tutto un mondo da scoprire
Sul quale si può intervenire
E se tieni duro sei mesi vedrai
Che poi non ci ripenserai quasi mai”

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