Fabio Concato

Il Caffettino Caldo

Fabio Concato

album:

In Viaggio (1992)

Il Caffettino Caldo testo

Sono arrivato fuori c’era il sole, adesso invece nevica
sono rimasto per guardarti in faccia: faccia di domenica,
la terza volta che mi fai tornare nel tuo ufficio splendido:
mancava un bollo, tre timbri, la firma e tu che arrivi candido,
ma vai più piano, gioia, che t’azzoppi
e poi noi qui come si fa?
e il caffettino l’hai bevuto caldo,
buono come quello di mammá?
Scusate, ma mi sono fatto male e la mia testa sanguina,
ma non è niente, adesso siedi qua ma c’ho la faccia pallida
davanti, un muro sporco, sotto un neon a controllarmi i lividi,
mi sento così solo, sento freddo e sento molti brividi;
quando è arrivata stavo per morire ma era così splendida,
e sotto il camice non c’era niente, solo la sua pelle morbida;
che bella vita che si fa in città, è tutto così comodo:
mi da una sicurezza stare qua: tutto mi sembra solido
una risposta a tutte le domande anche a quelle frivole:
boutiques e panettieri d’alta moda e le palestre aerobiche.
Così mi capita da un salumiere di sentirmi stupido
volevo solo un etto di bologna e tu che pensi: squallido;
e non rispondi neanche al mio saluto forse non lo merito?
mi scusi se le ho fatto perder tempo, ma mi si gonfia il fegato
e mi si gonfia come l’altro ieri che cercavo di posteggiare
è sceso un pirla, la catena in mano e mi ha detto:
ma vorrai scherzare?
Poi per forza siamo imbufaliti è tutto così illogico,
tutti i rapporti sono ribaltati: è questo qui il pericolo,
per conto mio comincerò a gridare fino a spaccarvi i timpani:
voglio rispetto, voglio umanità per me e per gli altri uomini.
Che bella vita che si fa in città, è tutto così comodo
mi da una sicurezza stare qua: tutto mi sembra solido,
una risposta a tutte le domande anche a quelle frivole:
boutiques e panettieri d’alta moda e la palestre aerobiche…

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