Giancarlo Spadaccini

Tre Luci

Giancarlo Spadaccini

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Tre Luci testo

Erano tre luci nella notte tre luci mano nella mano
come lumicini a mezzanotte tre luci che parlavano piano
e quel fuoco che le scaldava come sole a primavera
sotto un’aria leggera una stella cometa una luce nella sera

Mara era nata oltre quel mare molto più a sud di Tirana
poca preparazione lavoro nero ed una madre lontana
calzoni corti nei campi verdi mani callose da sopportare
e volò felice sul gommone imbiancando onde sopra il mare

Marina veniva da un paese lontano solo tristezza nel suo cuore
contratto firmato un lavoro e qualcosa di certo in cui sperare
ma andò sulla strada quando arrivò a Bologna la prima sera
e pianse lacrime amare sul suo destino di donna straniera

Luda di certo era molto occupata e pranzava studiando
a quindici anni partire era stato difficile ma anche stupendo
quella casa nel sole i suoi occhi nel mare e nel cuore la voce
del ragazzo cordiale che le dava il biglietto di un amore precoce

Erano tre luci nella notte che confondevano ancora sesso e amore
dei clienti non sapevano tanto e aspettavano invano un fiore
quei letti troppo grigi raccontavano una storia giovane e infinita
mani troppo gelide nascondevano quell’ormai grande ferita

Erano tre luci nella notte tre luci mano nella mano
e se ne andarono insieme con passo lento e piano
lontane da quel fuoco che le scaldava sempre uguale la sera
per capire se la dignità è un diritto di tutti o una chimera

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