Enzo Jannacci

Il Gruista

Enzo Jannacci

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Guarda La Fotografia (1991)

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Il Gruista testo

Era un manovratore e quindi…manovrava
quel gran bottone in ferro della gru
lassù nella garitta lui sempre se ne stava
spostando le putrelle in su e in giù

Faceva and la gru, perciò era un gruista
appeso a cento metri su nel ciel
ma di lassù godeva di una gran bella vista
e non scendeva mai neanche a dormir

Perché il gruista soffre di vertigini
da quando si è scassato il gran simpatico
gli si è sconnesso il metabolismo basale
e se discende la terra gli sembra di ballar come un mare

Era un gruista schiavo delle glandole
e non scendeva neanche la domenica
appollaiato alla gru come un gatto sul melo
cercava svago guardando le donne nel grattacielo

“buongiorno signorina, permette? L’accompagno!”
a fare un bel giretto sulla gru
nell’aria ce ne andremo come due cicogne
poi, se vuole, ci darem del “tu”

“Io vengo ma l’avverto che sono un po’ illibata
e quindi, detto fatto, montò su
la giostra gira, gira, al terzo giro la bella s’è schiantata
e aveva appena detto “vado giù”

Era un gruista schiavo delle glandole
ma s’intendeva molto di carrucole
lì con la sua garitta inventì in un baleno
giunse di faccia ad un metro (anche men, anche meno!)
dal suo bene

Era un gruista schiavo delle glandole
adesso sta nel ciel con la sua sventola
sempre affacciata negli occhi del suo gruista
che bella vista affacciata negli occhi del suo gruista

Era una donna schiave delle glandole
e neanche lei discende la domenica
sempre affacciata negli occhi del suo gruista
che bella vista affacciata negli occhi del suo gruista
sempre affacciata negli occhi del suo gruista
che bella vista affacciata negli occhi del suo gruista

(lo sapevo io, eh!)