Roberto Vecchioni

Due Giornate Fiorentine

Roberto Vecchioni

album:

Samarcanda (1977)

Due Giornate Fiorentine testo

E fu proprio mentre portavo due bicchieri
che mi dicesti “Indovina chi è venuto ieri?”
Io chiesi “Chi?”, però sapevo di sapere,
e il primo amante in fondo è come il primo amore.
Pomeriggio: da solo in un po’ troppa Toscana,
ho pensato”Ma brava, va beh ho pensato “Puttana”,
poi che io non c’entravo e che eri stata felice,
con chi non importa e la storia non dice.

Le mie tasche eran piene di varei ed eventuali,
ma i tuoi giorni con me sono stati tutti uguali:
con lui eri Firenze, i monumenti, il cielo, il letto;
con me oggi una noia
da sala d’aspetto.

E la sera per cena mi sono pure travestito,
per spiare quel gesto che ti avrebbe tradito;
ma il naso a palla e glio occhiali con la corda
mi segavano in due la parte che ricorda.

E sono esperimenti questi da non più tentare,
perché andando a svestirmi per tornar normale,
non seppi più che togliermi di vero e di finto
e confusi me stesso con la barba al mento:

come avevo confuso per giorni e giornie giorni
il senso dei sorrisi e quello dei ritorni
senza ver capito che tu stavi cambiando
e gridavi da sola
e che stavi vivendo…

all’uomo della Chevron
che non aveva capito
ripetei sillabbando:
“ho paura del lupo,
ho paura, paura:
paura del lupo”.

E lui con la pompa in mano
e con il tappo nel guanto
come stesse nel mondo
a dar benzina soltanto
mi guardava stupito
chiedendomi “Quanto?”

“Tanto che a Lodi non ci arrivo mai
si nasconde là dietro oerché sto qui, ma poi
quello m’insegue fino a casa mia,
stia qui, mi faccia un pò di compagnia…?

E l’uomo della Chevron
che non aveva capito,
fece tre passi indietro,
non pulì neanche il vetro,
disse”Mamma mi aspetta”,
e fuggì nella notte.

E adesso che sto fermo e sentomeglio il vento,
adesso che non ne parliamo più da tanto tempo,
c’è tua madre che non sbaglia mai e la cena con gli amici
e a volte a far l’amore siamo quasi felici:
le mie tasche sono piene di varie ed eventuali

ma i miei giorni con te son quasi tutti uguali
e un giornoti dirò “Indovina chi è venuto?”
ora son cresciuto.
“Guarda: non è bello il mio lupo?”

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